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newsletter n°8 del 14 febbraio 2006


N.7 - Settimana dal 14 al 20 febbraio 2006
 
  AVIARIA: SUBITO IL VIA LIBERA AL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE DEL SETTORE
“Non c’è tempo da perdere nel tradurre la positiva disponibilità dell’Unione Europea in interventi urgenti a sostegno delle imprese prima che sia troppo tardi”. E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti Paolo Bedoni in riferimento ai risultati dell'incontro svoltosi oggi a Bruxelles tra i Ministri delle Politiche Agricole Gianni Alemanno e della Salute Francesco Storace con il Commissario europeo all'agricoltura Fischer Boel per discutere degli aiuti nazionali per far fronte alla crisi determinata dall’influenza aviaria.
E’ positivo – ha sottolineato il presidente della Coldiretti - il riconoscimento di una situazione di straordinarietà da noi evidenziata, con la decisione di avviare immediatamente un tavolo tecnico comunitario per definire un piano di ristrutturazione complessivo del settore sulla base di quanto è stato fatto per la crisi mucca pazza (Bse) e la diossina. Registriamo il positivo impegno di Governo e Commissione Europea a lavorare in fretta all’interno delle linee del piano straordinario di intervento per sconfiggere crisi e psicosi e salvare lavoro e imprese.
Di fronte a una situazione grave di emergenza per le imprese, l’efficacia dei provvedimenti dipenderà - ha continuato Bedoni - dalla tempestività e dalla responsabilità che sapranno dimostrare le istituzioni nel renderli immediatamente operativi. La stessa giusta fermezza che l’Italia sta dimostrando nell’attività sanitaria di controllo deve essere mantenuta anche - ha concluso il presidente della Coldiretti - nell’attuazione dei provvedimenti economici necessari a salvare gli allevamenti che non hanno finora ricevuto nemmeno un euro pur essendo stati travolti da una crisi della quale non hanno alcuna responsabilità.
Il piano elaborato dalla Coldiretti e illustrato nei giorni scorsi da Bedoni al Tavolo agroalimentare ha come obiettivi quelli di garantire la sicurezza alimentare, la trasparenza e la corretta informazione  con l'adozione tempestiva di tutte le misure necessarie ad evitare incertezze a danno dei consumatori e degli avicoltori, di mettere gli avicoltori in condizione di superare l’emergenza, di fronteggiare i danni derivanti alle loro imprese dal crollo del mercato e di inserire i provvedimenti di emergenza in un piano pluriennale a carattere strutturale.
In sintesi il Piano prevede:
1) Istituzione di un fondo speciale di rigenerazione del settore avicolo italiano
• riconversione produttiva degli allevamenti tramite un piano di decongestione aree ad elevata densità;
• miglioramento condizioni igienico-sanitarie degli allevamenti e di sicurezza sul lavoro  per gli addetti;
• adeguamento delle disposizioni in materia di erogazione indennità dovute ai sensi della legge 218/1998;
• sospensione o differimento termini pagamenti obbligatori, tributari, previdenziali e creditizi;
• fare fronte alle  emergenze in ordine ad aspetti di carattere sanitario ed economico.
2) Misure di intervento di immediate
• ristrutturazione dei debiti, la sospensione e il differimento dei contributi, lo stoccaggio dei prodotti.
 3) Misure di garanzia controllo e trasparenza per il consumatore
• certificazione e controllo del sistema di etichettatura;
• campagna per una corretta informazione al consumatore.
4) Interventi per la sicurezza alimentare
• etichettatura dell’origine permanente;
• registrazione di tutte le aziende di volatili da cortile;
• test di controllo programmati negli allevamenti.
 

 POMODORO: IN ARRIVO L’ETICHETTA DI ORIGINE ANCHE PER LA PASSATA
Come per il pollame anche per la passata di pomodoro sarà obbligatorio indicare in etichetta la provenienza secondo quanto prevede un decreto firmato dal Ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno che è stato già trasmesso al Ministro delle Attività produttive Claudio Scajola per la controfirma di competenza.
Il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni ha sottolineato l’importanza di portare a termine l’iter di un provvedimento fortemente sostenuto e atteso dalla Coldiretti e dai consumatori che deve essere difeso in sede di Consiglio dei Ministri Agricoli Europei, insieme  agli interventi previsti per fronteggiare la crisi determinata dall’influenza aviaria.
L'esigenza di prevedere l'indicazione di origine per la passata – ha precisato Bedoni - è volta a evitare che venga spacciato, come Made in Italy, prodotto straniero, senza attendere le emergenze sanitarie, come è accaduto con la mucca pazza e l'influenza aviaria.
Il nuovo provvedimento prevede che sulle etichette venga indicata “la zona di coltivazione del pomodoro fresco utilizzato” a partire dal 15 giugno 2006 e completa il decreto interministeriale sulla passata di pomodoro pubblicato sulla gazzetta ufficiale 232 del 5 ottobre nel quale si prevede che la vera passata Made in Italy può essere ottenuta solo direttamente da pomodoro fresco con l'eventuale aggiunta di spezie, erbe, piante aromatiche e sale ma con una presenza di bucce e semi non superiore al 4% del prodotto finito.
Grazie al nuovo quadro normativo tutti i derivati del pomodoro ottenuti dalla diluizione del concentrato di minore qualità spesso provenienti dalla Cina possono essere posti in vendita sul mercato nazionale solo con denominazioni differenti, tali da non creare confusione con la vera passata di pomodoro.
  

 DALLO SCANDALO DEL METANOLO AL “RINASCIMENTO DEL VINO ITALIANO” 
Venti anni fa lo scandalo del metanolo: 19 vittime, decine di intossicati, le inchieste giudiziarie, l’immagine dell’Italia e dei suoi vini drammaticamente compromessa, un intero settore produttivo in ginocchio. Oggi, a due decenni di distanza, il vino italiano domina le classifiche internazionali, col 25% del mercato siamo i primi esportatori al mondo per valore, abbiamo raddoppiato il numero di vini doc docg e igt e più che quintuplicato il loro peso nella produzione complessiva. Le nostre etichette sono tra i più prestigiosi ambasciatori dell’Italia nel mondo.
Coldiretti, Associazione nazionale città del vino, e Symbola – Fondazione per le qualità italiane – hanno rievocato, mercoledì 15 febbraio, con l’incontro “Accadde domani: a vent’anni dal metanolo. Il Rinascimento del vino italiano”, i drammatici eventi che 20 anni fa – erano i primi giorni del marzo 1986 – scossero l’Italia portando alla luce il primo clamoroso scandalo del settore alimentare. E celebrato, con un dossier che ne ripercorre le tappe e con tante iniziative che il 24 e il 25 prossimi si terranno in tutto il paese, la rinascita di un settore che oggi è una delle punte di diamante della nostra economia.
“Una parabola produttiva e culturale all’insegna della qualità”, hanno sottolineato Associazione nazionale città del vino, Coldiretti e Symbola durante l’incontro, cui hanno preso parte il presidente nazionale di Coldiretti Paolo Bedoni, Ermete Realacci, presidente di Symbola, Floriano Zambon, presidente delle Città del vino.
 “Il vino oggi testimonia un processo di rigenerazione realizzato da un sistema di imprese che dopo il grande percorso di valorizzazione qualitativa si è posto anche l’obiettivo – ha affermato Bedoni - di offrire nel bicchiere un intero territorio fatto del patrimonio genetico dei suoi vitigni, delle sue ricchezze endogene, del clima, di paesaggio, di testimonianze artistiche e naturali. Di questo nuovo modello di sviluppo che dispone di capacità innovativa e di risorse imprenditoriali e che ha un legame inscindibile con un territorio dotato di straordinarie risorse, l’agricoltura italiana si è fatta interprete con il divieto alla coltivazione di organismi geneticamente modificati (Ogm), la leadership europea nel biologico e nei prodotti a denominazione di origine ma anche la più bassa percentuale di residui da prodotti chimici nella frutta e verdura.
Si tratta – ha concluso Bedoni - di risultati di eccellenza per l’agroalimentare nazionale che ha conquistato un rapporto di grande fiducia con il consumatore del quale possono ora beneficiare l’ambiente e l’intera economia Made in Italy”.
 

 AMBIENTE: L’INQUINAMENTO AI PRIMI POSTI NELLE PAURE DEGLI ITALIANI 
Sei europei su dieci temono l’inquinamento ambientale che rappresenta la maggiore preoccupazione dei cittadini e supera di gran lunga il rischio di un incidente in automobile o di una malattia grave. E’ quanto ha  affermato la Coldiretti sulla base dei dati di Eurobarometro che hanno confermato l’attenzione prioritaria all’ambiente della popolazione europea, a un anno dalla firma del protocollo di Kyoto.
La paura degli effetti dannosi sulla salute dell’inquinamento ambientale è nettamente superiore anche a quella del cibo avariato, della criminalità e del terrorismo che peraltro nell’ultimo hanno ha colpito duramente in Europa. Si tratta di risultati che sottolinea la evidenziano la necessità di colmare i ritardi accumulati in Italia per il raggiungimento dell’obiettivo fissato di una riduzione del 6,5 per cento nelle emissioni nazionali di gas serra.
Nel raggiungimento di questo obiettivo il settore può contribuire attivamente poiché le potenzialità produttive di energia da fonti rinnovabili dall’agricoltura nazionale potrebbero coprire con il fotovoltaico, le biomasse e i biocarburanti,  oltre il 6,4 % del fabbisogno energetico nazionale raddoppiando così l’attuale livello di contributo delle rinnovabili al bilancio energetico nazionale. L’effetto – ha puntualizzato la Coldiretti - sarebbe la riduzione complessiva di gas aventi effetto serra pari a 12 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno, quasi un quarto della riduzione di 51,8  programmata a livello nazionale dal Cipe per rispettare il protocollo di Kyoto.