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newsletter n° 25 del 12 dicembre 2006


Settimana dal 12 al 18 dicembre 2006  
 CON LO STOP AI SACCHETTI GLI IMPRENDITORI AGRICOLI PRONTI A COLTIVARE LA “BIOPLASTICA”
L’agricoltura, come noi la concepiamo, rende possibile la costruzione di un sistema di imprese agroalimentari e agroambientali (imprese che noi chiamiamo “multifunzionali”) che possono fare “sviluppo” in sintonia con l’ambiente e le domande dei consumatori. E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti Paolo Bedoni alla presentazione dell'annuario Apat sullo stato di salute dell’ambiente, nel sottolineare che “in questa logica ci aspettiamo maggiore disponibilità all’innovazione da parte degli altri settori economici dell’industria e della distribuzione commerciale a partire dal raggiungimento dell’obiettivo di sostituire le tradizionali bustine della spesa di plastica con materiali biodegradabili di origine agricola nazionale a partire dal 2010 come previsto dalla finanziaria”.
Non saranno più disperse nell’ambiente - ha precisato Bedoni - le trecentomila tonnellate di plastica utilizzate annualmente per i sacchetti che dovranno essere realizzati con materiali biodegradabili di origine agricola come il granoturco che l’agricoltura italiana offre in abbondanza. E per questo obiettivo basta coltivare appena  200mila ettari poiché mezzo chilo di mais e un chilo di olio di girasole sono sufficienti per produrre circa 100 bustine di bioplastica non inquinante (bio shopper).
Con un effetto ambientale che - ha continuato il presidente della Coldiretti - giustifica l’attuale differenza di costo di pochi centesimi e che tende progressivamente a ridursi (8 centesimi per il sacchetto biodegradabile rispetto ai 5 di quello in plastica tradizionale). In termini generali, abbandonare completamente le bustine della spesa di plastica significa ridurre l’emissione di 400mila tonnellate di anidride carbonica (CO2) grazie a un risparmio nei consumi di petrolio stimato pari a 200mila tonnellate l’anno ed un contributo concreto al raggiungimento degli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto.
Un contributo concreto dell’agricoltura alla riduzione dell’inquinamento ambientale con le bioplastiche che - ha concluso Bedoni - sono una autentica espressione delle nuove opportunità che offre l’agricoltura per lo sviluppo sostenibile, in una moderna società post industriale, di fronte alla crescente domanda di sicurezza alimentare ed ambientale dei cittadini.
 

 ENERGIA: IL PARLAMENTO EUROPEO IMPEGNA A RIDURRE L’USO PETROLIO 
Dopo il record storico raggiunto dalla bolletta energetica nazionale serve un deciso cambio nella politica energetica coerente alla richiesta del Parlamento europeo di ridurre l'uso del petrolio e di sviluppare il mercato interno dell'energia anche con misure a favore di fonti "verdi" come l'uso dei biocarburanti e delle biomasse, che consentano di conciliare l’obiettivo della riduzione energetica con quello dello sviluppo di risorse rinnovabili.
E’ quanto ha rilevato la Coldiretti che, nel commentare i dati dell’Unione Petrolifera sulla bolletta più salata di tutti i tempi, rileva l’importanza della decisione assunta dal Parlamento Europeo che ha adottato la relazione di Eluned Morgan nella quale si insiste per diminuire gradualmente l'uso del combustibile fossile, ridurre la dipendenza dell'UE dal petrolio e introdurre progressivamente l'uso di energie pulite.
La relazione richiama a non concentrarsi esclusivamente su una cooperazione più stretta con la Russia, e sollecita a non sottovalutare in alcun modo il pericolo di un deficit di forniture di gas dalla Russia dopo il 2010 (causato dagli scarsi investimenti, dalle eccessive dispersioni di gas e dai troppi sprechi energetici che caratterizzano il mercato interno russo).
L’Europarlamento reputa necessaria la creazione, a livello regionale, nazionale ed europeo, di mercati trasparenti e aperti per la biomassa e i biocarburanti dalle coltivazioni agricole europee, che rispettino le regole della produzione sostenibile, siano compatibili con un mercato unico, trasparente e competitivo dell'energia e siano integrati nel sistema dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC).
Occorre cogliere tutte le opportunità nello sviluppo di energie rinnovabili Made in Italy alternative al petrolio a partire dal superamento delle inadempienze sull’attuazione dell'obbligo previsto dalla legge 81/2006 nella quale si prevedeva che "dal primo luglio 2006 i produttori di carburanti diesel e di benzina sono obbligati a immettere al consumo biocarburanti di origine agricola" "in misura pari all'1 per cento" che "è incrementata di un punto per ogni anno, fino al 2010".
Con la sola attuazione della legge 81/2006, secondo i calcoli della Coldiretti, nel primo anno i normali carburanti saranno sostituiti da circa 400mila tonnellate di biocarburanti, come bioetanolo e biodiesel che possono essere ottenuti indirizzando a coltivazioni energetiche 273mila ettari di terreno nazionale, destinati peraltro a moltiplicarsi negli anni successivi per arrivare a quasi un milione e 400mila ettari nel 2010.
Si tratta di un determinante passo in avanti sostenuto con la raccolta di firme da parte della Coldiretti per recuperare il ritardo accumulato e consentire all’Italia di porsi in linea con l’obiettivo fissato dal Consiglio Europeo che ha previsto "di espandere l'utilizzo di biocarburanti nel settore dei trasporti, con la prospettiva di aumentare entro il 2015 la proporzione di utilizzo fino all'8 per cento, attraverso un dialogo costruttivo con il settore petrolifero".