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newsletter n°24 del 5 dicembre 2006


Settimana dal 5 all'11 dicembre 2006  
 BENE L’ISTITUZIONE  DEL TAVOLO TECNICO SULL’EMERSIONE DEL LAVORO
Un giudizio positivo sull’istituzione dei tavoli tecnici di confronto proposta dal ministro del Lavoro Cesare Damiano nell’ambito dei quali possano trovare soluzione le importanti tematiche dell’emersione, della stabilizzazione e dello sviluppo occupazionale in agricoltura, attraverso la riduzione dei costi e la semplificazione burocratica, è stato espresso dalla Coldiretti nel corso dell’incontro tenutosi mercoledì 6 dicembre al Ministero del Lavoro con le organizzazioni datoriali e sindacali del settore agricolo.
Nel ribadire l’importanza dell’avviso comune sul sommerso sottoscritto dalle parti sociali nel 2004 da cui occorre ripartire, la Coldiretti si è augurata che, nell’ambito dell’attività dei tavoli di lavoro, possa svolgersi un lavoro proficuo nell’interesse degli imprenditori e dei lavoratori del settore.
La trasparenza e l’eticità dei rapporti di lavoro è una delle ragioni principali che spingono la maggioranza dei consumatori a preferire il cibo nazionale, preceduta solo dalle migliori caratteristiche qualitative e dal fatto che sono i più sicuri per la salute. Occorre quindi portare alla trasparenza il settore perché la qualità dei rapporti di lavoro deve essere uno degli elementi che caratterizzano la produzione Made in Italy in Italia e nel mondo. La qualità del prodotto, in sostanza, deve essere data  anche, e soprattutto, dalla qualità del lavoro.
 

 GIOVANI IMPRENDITORI AGRICOLI: CONSEGNATI A ROMA I PREMI “OSCAR GREEN”
Dal recupero di animali in via di estinzione al coinvolgimento di disabili in azienda, dall’innovazione di prodotto al recupero delle tipicità, dalla riscoperta delle proprietà medicinali delle piante all’uso non alimentare delle coltivazioni, fino alla trasformazione e vendita aziendale dei prodotti, sono alcune delle attività che vedono impegnati i vincitori del primo concorso nazionale “Oscar Green”, promosso dai giovani della Coldiretti tra le centomila imprese agricole condotte da giovani in Italia che rappresentano appena il 3,9% del totale.
Si tratta di esperienze curiose, originali e capaci di testimoniare il valore aggiunto offerto dai giovani che hanno scelto di fare impresa in agricoltura in una moderna società post-industriale. Dieci le categorie individuate dalla giuria. Per la prima - Comunicazione e trasparenza – il premio è stato assegnato a Umberto e Mauro Bigi titolari dell’Allevamento Chianina di Canossa di Casina (Reggio Emilia), un’impresa esempio di modernità e funzionalità per la capacità di comunicare il valore di un prodotto antico eppure modernissimo quale la carne di razza Chianina a rischio di estinzione. Nella categoria Rapporto con il consumatore il premiato è stato Matteo Bacci ("Il Verbasco" Speziali Laurentiani di Lorenzana - Pisa), in riconoscimento della capacità di coniugare tradizione e innovazione nel settore delle piante officinali, creando un canale diretto di informazione al consumatore con incontri nelle farmacie specializzate dove poter “assaggiare” e “provare” periodicamente il prodotto. La categoria Valorizzazione del territorio è stata appannaggio di tre giovani imprenditrici, le sorelle Zappelli Cardarelli, titolari dell’impresa “I Mandorli” di Trevi (Perugia), specializzata nella produzione di olio extravergine di oliva Dop Umbria (Colli Assisi Spoleto), meritevoli del premio per i risultati raggiunti nel convertire alla coltivazione biologica un oliveto di 5000 piante. L’azienda agrituristica di Fausto Andi di Montù Beccaria (Pavia), specializzata nella produzione di frutta e nella sua trasformazione in confetture e succhi, e nella produzione di vino da vitigni autoctoni, tramite l’assunzione in azienda di persone diversamente abili e con attenzione allo sviluppo locale dei territori rurali, ha vinto il premio nella categoria Contributo alo sviluppo locale. Vincitore nella categoria Integrazione nella filiera è risultato Emanuele Capato, titolare dell’azienda orticola Hortus Novus di Lusia (Rovigo) di circa 16 ettari specializzata nella produzione di lattughe, gentile, carote, sedano interamente tracciabili dal campo alla tavola per la valorizzazione della speciale realtà pedoclimatica del territorio attraverso la produzione di "grandi insalate", molto apprezzate dai consumatori e dai gastronomi più esigenti. Vainer Rebecchi, titolare dell’impresa agricola biologica “La lepre bianca” di Ravarino (Modena) ha vinto nella categoria Tutela ambiente/sostenibilità per l’attenzione all’ambiente attraverso le tecniche più avanzate per ridurre al minimo l’utilizzazione di fitosanitari. Il migliore nella categoria Ricerca e innovazione è risultato l’imprenditore vivaista Attinio Sonnoli dell’omonima azienda agricola di Uzzano (Pistoia) per la passione per lo studio e la continua ricerca di piante sempre più evolute. L’imprenditore Giulio Cicchetti di Monteleone di Spoleto (Perugia) è risultato leader della categoria Creatività d’impresa per la capacità dimostrata di generare reddito e sviluppo nel piccolo comune montano umbro, in un territorio difficile, dove ha saputo valorizzare la coltivazione del farro e collocare il cereale sul mercato. Originalità nella diversificazione è il tema della nona categoria nella quale ha prevalso Albina Bersano, titolare della Cascina dei Moggia di Borgoratto (Alessandria), premiata per la capacità e la passione nel coniugare con il sociale l’attività di allevamento di api e di trasformazione diretta dei prodotti dell’orto. Infine, il premio nella categoria Stile imprenditoriale è andato a Alessio Pezzoni della Compagnia Agricola Q-Beer di Settola (Milano) per un modo moderno di fare agricoltura che guarda al futuro reinventando storia e tradizione produttiva, in questo caso l’antica attività delle birrerie artigianali integrandola con la produzione del prodotto agricolo di base, l’orzo, con l’intento di produrre la prima birra interamente tracciata.
“Bisogna rimuovere gli ostacoli ancora presenti e fare in modo che ogni giovane possa trasformare il proprio sogno imprenditoriale in realtà in una agricoltura rigenerata e attenta alla sicurezza alimentare ed ambientale dei cittadini” ha affermato Donato Fanelli, delegato nazionale dei Giovani Coldiretti, martedì 5 dicembre, nel corso della cerimonia di premiazione. “La fortuna di svolgere una attività che è in grado di conciliare l’obiettivo del profitto aziendale con gli interessi della società è una responsabilità e un impegno che gli imprenditori agricoli sentono, ha continuato il presidente nazionale della Coldiretti Paolo Bedoni.
Secondo una recente indagine della Coldiretti sono circa un milione mezzo gli imprenditori agricoli under 35 nell’insieme dei 25 Paesi dell’Unione Europea con una percentuale inferiore al 9% del totale. In altre parole nell’Europa allargata meno di un agricoltore su dieci è al di sotto dei 35 anni e l’età media del conduttore di azienda è di 54 anni, nonostante l’allargamento abbia “ringiovanito” il settore con paesi come la Polonia dove sono giovani il 16,3% degli imprenditori agricoli rispetto al 3,9 per cento dell’Italia e al 2,7 per cento del Portogallo, con l’agricoltura “più vecchia” d’Europa.
In Italia sono quasi centomila i giovani under 35 che hanno scelto di porsi alla guida di aziende agricole che rappresentano la componente più dinamica dell’agricoltura italiana. Secondo l’indagine della Coldiretti le aziende agricole dei giovani under 35 possiedono, infatti, una superficie superiore di oltre il 54% alla media (9,4 ettari rispetto alla media nazionale di 6,1), un fatturato più elevato del 75% della media (18.720 Euro rispetto alla media nazionale di 10.680) e il 50% di occupati per azienda in più. Inoltre, le giovani leve della campagna hanno una maggiore propensione al biologico (3,7% delle aziende rispetto alla media nazionale di 2,1%), ma incontrano qualche difficoltà nell’acquisto del capitale terra che solo nel 54% dei casi è in proprietà rispetto al 74% della media nazionale.