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newsletter n°23 del 7 novembre 2006


Settimana dal 7 al 13 novembre 2006  
 DALLE PAROLE DEL PAPA L’IMPEGNO DELLA COLDIRETTI A RISPETTARE LA TERRA
La nostra profonda riconoscenza al Santo Padre significa soprattutto un impegno ed una responsabilità di chi coltiva la terra a fare tesoro delle sue parole e a rispettarne i prodotti che “sono un dono destinato da Dio per l'intera famiglia umana”. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni nel ringraziare il Santo Padre Benedetto XVI  per l’invito ad affrontare “lo scandalo della fame, ma anche le emergenze ambientali ed  energetiche”  in occasione della Giornata del Ringraziamento, organizzata domenica 12 novembre dalla Cei con la collaborazione della Coldiretti che la festeggia nelle campagne in tutta Italia dal 1951 per rendere grazie del dono di frutti della terra.
Dalle parole del Santo Padre - ha sostenuto Bedoni - esce rafforzato il nostro  impegno a conciliare il mercato con i valori profondi del lavoro in campagna e a promuovere con forza e decisione un'agricoltura attenta alla sicurezza alimentare e ambientale, al servizio del bene comune. La grande domanda del nostro tempo - ha precisato Bedoni - è come possiamo evitare di “mangiarci” il pianeta Terra. Ormai conosciamo sia la diagnosi sia la terapia poiché sappiamo perché si è determinato l’“effetto serra” (nessuno si sogna più di dire che è una “fisima” degli ambientalisti) ed abbiamo anche un’idea molto chiara di come si possa mitigarlo e comunque contrastarlo attraverso il protocollo di Kyoto che non è forse la cura per tutti i mali, però sarebbe cosa buona e utile attuarlo.
L'esperienza del lavoro in campagna oggi è una opportunità per l’intera società perché ha retto all'impatto di un processo di esasperazione e di omologazione dei consumi che sembrava destinato a travolgerla e da quella fase è emersa - ha sottolineato il presidente della Coldiretti - proponendosi come un elemento vitale dell'economia e della società del futuro per effetto di un processo di profondo rinnovamento che ha come fondamento i principi della qualità dei prodotti e della sicurezza alimentare ed ambientale.
Grazie alla "strategia di rigenerazione" della quale la Coldiretti si è fatta interprete - ha precisato Bedoni - i valori profondi del vivere in campagna si sono ritrovati in una visione nuova e moderna in cui il cittadino e il consumatore ritrovano le ragioni di un'alleanza tra campagna e città che sembrava smarrita e che invece è vitale per la società contemporanea. Una responsabilità etica nel lavoro che è il fondamento della nostra identità e - ha concluso il presidente della Coldiretti - alla base del nostro essere una forza sociale sia nell'attività imprenditoriale sia nell'impegno sociale.
 

 PARMA, IN OCCASIONE DELLA GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO, L’INAUGURAZIONE DELL’UFFICIO PER LA SICUREZZA ALIMENTARE 
Per difendere la salute dei cittadini e valorizzare ambiente e territorio è evidente la necessità di accelerare il percorso già intrapreso a livello comunitario con l’estensione a tutti i prodotti alimentari dell’obbligo (già in vigore nella UE per carne bovina, uova, miele, ortofrutta fresca) di indicare nelle etichette l’origine della componente agricola impiegata. E’ quanto ha affermato a Parma il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni in occasione della celebrazione della Giornata nazionale del Ringraziamento.
Oggi è necessaria una maggiore responsabilità del sistema produttivo nazionale, dal campo alla tavola, e delle Istituzioni superando le resistenze corporative perché è evidente che - ha affermato il presidente della Coldiretti - “chi ha paura della trasparenza ha qualche cosa da nascondere”.
Per combattere i rischi e gli inganni a tavola sempre in agguato, la Coldiretti ha aperto a Parma un proprio ufficio presso l’Efsa (l’Authority europea per la Sicurezza Alimentare), che avrà il compito di rilevare situazioni di rischio per le imprese e per il consumatore, elaborare proposte di intervento, raccordarsi con il mondo della nutrizione e valorizzare i prodotti delle imprese italiane. Responsabile dell’Ufficio è stato nominato il dott. Rolando Manfredini. All’inaugurazione sono intervenuti. Oltre al presidente Coldiretti Paolo Bedoni, il rappresentante italiano nel Consiglio di Amministrazione dell’Efsa Giorgio Calabrese e il direttore esecutivo dell’Efsa  Catherine Geslain-Lanéelle, il Sindaco di Parma Elvio Ubaldi e il presidente della provincia di Parma Vincenzo Benazzoli.
L’apertura è stata salutata nella città della Food valley con una ampia esposizione delle principali eccellenze alimentari made in Italy, dal Culatello di Zibello all’aceto balsamico tradizionale di Modena, dai funghi di Borgotaro alla spalla cruda di Palasone, a significare i primati qualitativi e di sicurezza raggiunti dalla produzione nazionale che vanno difesi con la trasparenza nell’etichettatura di origine ed i controlli nei confronti di falsificazioni e sofisticazioni. 
  

 AL CONVEGNO DEL FAI LE PROPOSTE COLDIRETTI PER NON “MANGIARCI” IL PIANETA 
La grande domanda del nostro tempo è come possiamo evitare di “mangiarci” il pianeta Terra. Ormai conosciamo sia la diagnosi sia la terapia, sappiamo perché si è determinato l’“effetto serra”, nessuno si sogna più di dire che è una “fisima” degli ambientalisti, e abbiamo anche un’idea molto chiara di come si possa mitigarlo e comunque contrastarlo. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni durante la tavola rotonda “Verso una economia compatibile” organizzata dal Fai.
Il protocollo di Kyoto – ha proseguito Bedoni - ci aiuta, non è la cura per tutti i mali, però sarebbe cosa buona ed utile attuarlo. E allora colgo volentieri l’occasione di questo convegno per dirvi come noi, che rappresentiamo l’impresa agricola, pensiamo di fare la nostra parte, per essere più precisi, come la stiamo facendo. Abbiamo incentrato la nostra azione sotto una   bandiera che si chiama “rigenerazione” e lo strumento attraverso il quale pensiamo di attuarla si chiama “Patto con il Cittadino-Consumatore”. Il nostro realistico obiettivo – ha precisato Bedoni - è creare ricchezza valorizzando (e quindi investendo) sulle risorse “agroambientali”.
Abbiamo il problema di capire e di far capire – ha proseguito il Presidente della Coldiretti - che la “rigenerazione” dell’agricoltura è condizione necessaria e presupposto perché il territorio e l’ambiente siano tutelati e valorizzati. L’agricoltura come noi la concepiamo rende possibile la costruzione di un sistema d’imprese agroalimentari e agroambientali che possono fare “sviluppo” e “profitto” solo ed in quanto da un lato, ragionano entro gli obiettivi e gli orizzonti di un’attività che aggiunge valore al territorio investendo sulla sua vocazione “agroambientale”, cioè sulle risorse di cui naturalmente dispone; dall’altro, si pongono in sintonia con la crescente domanda del cittadino-consumatore di prodotti e servizi funzionali a quella che potremmo definire “l’ecologia del corpo e della mente”.
Dunque la “rigenerazione” dell’agricoltura – ha detto ancora Bedoni - si ispira ad una logica “creativa”, non una logica “difensiva”. E in questa logica ci aspettiamo una maggiore disponibilità all’innovazione da parte degli altri settori economici. Dell’industria in modo particolare che marcia molto lentamente in questa direzione. In due ambiti soprattutto: la valorizzazione dell’origine territoriale del prodotto e le politiche per un’energia pulita, rinnovabile.
Ci aspettiamo anche, naturalmente – ha concluso Bedoni - una maggiore sensibilità dal sistema politico. Ma su questo terreno il ritardo è davvero impressionante. Il nostro incontro con la cultura e con i beni culturali non è dunque un’opzione. E’ un’esigenza, un bisogno, un’opportunità di crescita comune dentro una concezione “nuova” dello sviluppo.
 

 TOLLERANZA ZERO CONTRO LE CONTAMINAZIONI DEL BIOLOGICO 
Se l’agricoltura biologica fosse contaminata da organismi geneticamente modificati (Ogm) si verificherebbe un crollo nei consumi per una crisi di fiducia nei confronti di alimenti scelti e pagati con un differenziale di prezzo proprio perché garantiscono sicurezza e naturalità nel metodo di produzione. È questa, secondo la Coldiretti, la vera ragione economica della forte opposizione all’introduzione di una soglia di contaminazione per le produzioni biologiche prevista nella proposta della Commissione Europea.
L’Italia è leader nella UE, con un terzo delle imprese biologiche europee e un quarto della superficie bio dell’Unione e ha la responsabilità di svolgere un ruolo di avanguardia a livello comunitario per difendere il settore dai rischi concreti di perdita di credibilità e mercati.
Dall’autoconvocazione, l’8 novembre presso il Ministero delle Politiche agricole, della Coalizione “Liberi da Ogm” è emersa la necessità di contrastare la proposta avanzata dall’UE. Le importanti e positive adesioni trasversali al Manifesto per impedire la contaminazione da biotech del biologico italiano, che vanno dal Ministro delle Politiche Agricole De Castro al Presidente della Camera Bertinotti fino all’ex Ministro Alemanno, devono essere tradotte a livello istituzionale nel piano coerente di azioni proposto dalla Coalizione.
In caso contrario - si legge nel documento della Coalizione Liberi da Ogm - occorre avviare un’azione legale innanzi alla Corte di Giustizia Europea di Lussemburgo per ottenere il risarcimento dei danni provocati dall’introduzione della contaminazione dei prodotti ottenuti con metodo biologico a fronte degli investimenti che le imprese agricole hanno effettuato a partire dal 1991, per valorizzare le proprie produzioni. Chiaramente un particolare profilo di responsabilità dovrà riguardare la scelta dei Ministri dell’agricoltura di aver voluto incidere sulla destinazione delle risorse che, attraverso i successivi interventi della Pac, hanno attivato incentivi per l’agricoltura biologica.



 SALUTE: STORICO ACCORDO ITALIA-REGNO UNITO SU ETICHETTE PER ALIMENTI E BIOCARBURANTI 
Per evitare il ripetersi di emergenze alimentari come “mucca pazza” e combattere lo smog e l’inquinamento ambientale che mettono a rischio la salute dei cittadini europei, è stato raggiunto uno storico accordo tra Italia e Regno Unito per estendere a tutti gli alimenti l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta e per la diffusione in Europa di biocarburanti di origine agricola e di produzione locale alternativi al petrolio.
E’ avvenuto in occasione dell’incontro bilaterale, svoltosi lunedì 13 novembre a Verona, tra la Coldiretti e la National Farmers Union (Nfu), la principale organizzazione agricola del Regno Unito, tra le organizzazioni più rappresentative nelle due sponde della manica. Per la prima volta dopo anni di incomprensioni tra culture agroalimentari mediterranea e anglosassone si realizza una intesa che può rappresentare la base di una svolta nelle politiche comunitarie volte ad incentivare la produzione di energie da fonti rinnovabili, in coerenza con gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto, e a tutelare qualità e sicurezza alimentare con la trasparenza delle informazioni sulle etichette degli alimenti, a partire dalla pancetta tradizionale delle colazioni inglesi (bacon) e dall’extravergine italiano.
L’accordo stretto tra il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni e il presidente della National Farmers Union (NFU) Peter Candel prevede infatti di "esercitare, in occasione delle trattative sul commercio internazionale in sede WTO, una azione sinergica per favorire alleanze con l'obiettivo di introdurre regole che tutelino e rendano trasparente in etichetta l'origine degli alimenti negli scambi commerciali" anche attraverso interventi "nei confronti delle Istituzioni locali, nazionali, comunitarie ed internazionali" e "una azione globale di sensibilizzazione dei cittadini, fondata su alleanze con le associazioni dei consumatori, sull'importanza dell'etichettatura di origine degli alimenti per la salute e la libertà di scelta".
Condiviso tra Coldiretti e  NFU è anche l’obiettivo di contribuire ad un maggiore impiego di energia derivante da fonti rinnovabili di origine agricola tenuto conto che la situazione di emergenza ambientale a livello planetario rende assolutamente necessaria la riduzione delle emissioni di gas serra, così come previsto dal protocollo di Kyoto e del fatto che i crescenti costi delle fonti energetiche fossili influenzano in misura rilevante le performance economiche globali.
Il Presidente della Coldiretti Paolo Bedoni e il presidente della National Farmers Union (NFU) Peter Candel hanno quindi concordato sulla base dei ritardi accumulati nei Paesi dell’Unione Europea di “manifestare alla Commissione europea la necessità di potenziare le politiche d’incentivo per la produzione di energia da fonti rinnovabili di origine agricola locale, rendendo più flessibili gli strumenti attualmente esistenti” e di “sollecitare l’industria di produzione dei mezzi di trasporto a mettere a punto e adottare soluzioni tecniche per l’utilizzo di carburanti di origine agricola” fermo restando la volontà di “continuare a sensibilizzare le autorità di Governo dei rispettivi paesi sull’esigenza di promuovere l’impiego dei biocarburanti e di favorire il percorso verso l’autosufficienza energetica  delle imprese agricole, attraverso lo sviluppo di attività innovative ed orientate alla salvaguardia ambientale, e attraverso la riduzione o l’esenzione delle accise per i carburanti di origine agricola”.
Dall’accordo tra Italia e Regno Unito viene dunque una forte scossa all’Unione Europea che non è riuscita a raggiungere l’obiettivo di utilizzare il 2% del consumo energetico nei trasporti con biocarburanti nel 2005 e ha fissato tale obiettivo al 5,7% per il 2010. Per difendere la salute dei cittadini e valorizzare ambiente e territorio è anche evidente la necessità di accelerare il percorso già intrapreso a livello comunitario con l’estensione a tutti i prodotti alimentari dell’obbligo (già in vigore nella UE per carne bovina, uova, miele, ortofrutta fresca) di indicare nelle etichette l’origine della componente agricola impiegata.