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newsletter n°22 del 24 ottobre 2006


Settimana dal 24 al 30 ottobre 2006  
 DALLE CAMPAGNE I PRIMI 140 GIOVANI PROMOSSI DAL “VIVAIO DEI TALENTI”
Sono 140 i giovani “promossi” dal “Vivaio dei Talenti”, un percorso formativo di alto livello della durata di due anni che si è avvalso delle più moderne tecnologie informatiche e dei migliori docenti universitari e consulenti aziendali per diffondere nelle campagne la cultura d’impresa con la realizzazione di veri e propri  “work project”. Il risultato concreto dell’iniziativa sono i 30 progetti d’impresa innovativi già in parte avviati sul territorio, che riguardano la vendita diretta di prodotti da parte delle aziende agricole e danno il senso di come i giovani imprenditori agricoli siano pronti a dare il loro contributo al rilancio della competitività del sistema Italia.
Il progetto si è concluso con un convegno sul tema “Dalla Formazione all’Azione” che si è svolto il 26 ottobre a Roma al quale hanno partecipato, insieme ai giovani imprenditori, i massimi esponenti delle istituzioni private e pubbliche che offrono finanziamenti alle imprese: l’Associazione Bancaria Italiana (ABI), Sviluppo Italia, ISMEA, la Direzione generale Sviluppo Rurale del Mipaaf.
“Abbiamo scelto con decisione di fare della formazione una leva strategica per l’organizzazione e per la competitività dell’impresa – ha affermato il Delegato Nazionale del Movimento Giovanile Coldiretti Donato Fanelli - e oggi vogliamo confrontarci con chi ha in mano le opportunità di finanziamento, per farci conoscere per quello che siamo: giovani imprenditori con idee valide e innovative, pronti a lottare per il nostro sogno imprenditoriale”. 
 

 I RISULTATI DELL’INDAGINE 2006 COLDIRETTI-ISPO SU “LE OPINIONI DEGLI ITALIANI SULL’ALIMENTAZIONE”
A Cernobbio, in occasione del “Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione” sono stati presentati dal presidente della Coldiretti Paolo Bedoni, dal presidente dell’ISPO Renato Mannheimer e dal componente del Consiglio di Amministrazione dell'Autorità per la sicurezza alimentare europea Giorgio Calabrese i risultati dell’indagine 2006 Coldiretti-ISPO su “le opinioni degli italiani sull’alimentazione”. La ricerca ha avuto come universo la popolazione italiana maggiorenne e un campione di quasi 4093 intervistati proporzionale alla popolazione per genere, età, condizione professionale, area geografica e comune di residenza.

Consumi e prezzi - Dall’indagine è emerso innanzitutto che la maggioranza degli italiani è disposta a pagare di più pur di assicurarsi l’origine nazionale degli alimenti dopo il ripetersi di emergenze sanitarie, dalla mucca pazza all’influenza aviaria, e il rincorrersi di scandali alimentari, dalla carne agli ormoni del nord Europa all’importazione illegale di riso contaminato da organismi geneticamente modificati.
L’88 per cento dei consumatori preferisce prodotti nazionali e per assicurarsi l’origine italiana degli alimenti la metà degli italiani (49 per cento) si è detta addirittura disposta a pagare di più. La preferenza crescente (+3  per cento rispetto allo scorso anno) accordata ai prodotti alimentari Made in Italy è giustificata per il fatto che secondo l’indagine hanno migliori caratteristiche qualitative (39 per cento), sono i più sicuri per la salute (22 per cento) e garantiscono l’eticità del processo di produzione (16 per cento). Un vantaggio competitivo che i consumatori ritengono debba essere reso trasparente in etichetta con il 92 per cento degli italiani (+ 6 per cento rispetto allo scorso anno) che ritiene che “dovrebbe essere sempre indicato il luogo di allevamento o coltivazione dei prodotti contenuti negli alimenti” .

IL MADE IN ITALY SULLE TAVOLE DEGLI ITALIANI
•          L’88 per cento degli italiani preferisce consumare prodotti made in Italy;
•          Il 49 per cento degli italiani è disponibile a pagare di piu’ per assicurarsi l’origine nazionale degli alimenti;
•          La preferenza al made in Italy è accordata per migliori caratteristiche qualitative (39 per cento), per sicurezza per la salute (22 per cento), per l’eticità del processo di produzione (16 per cento);
•          Il 92 per cento ritiene che dovrebbe essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola.

Consumi e Ogm - La crescente contrarietà agli organismi geneticamente modificati nel piatto e il fatto che aumenta il numero di italiani che consumano prodotti tipici e biologici conferma che in Italia non c’è mercato per latte e carne provenienti da animali clonati come la pecora Dolly che arriveranno presto nel piatto degli americani, dopo la notizia del via libera della Food and Drug Administration (Fda). E’ quanto è emerso dall’Indagine 2006 Coldiretti-ISPO che ha messo in evidenza come tre italiani sui quattro (74 per cento) che hanno espresso la propria opinione si sono detti convinti che i prodotti contenenti Organismi Geneticamente Modificati (Ogm) non fanno bene alla salute, con  un aumento del 4 per cento rispetto allo scorso anno.
Il deciso orientamento verso la qualità e la sicurezza alimentare è confermato dal fatto che quasi otto italiani su dieci (77 per cento) hanno acquistato prodotti tipici a denominazione di origine (+2 per cento rispetto allo scorso anno) mentre sette su dieci (71 per cento) alimenti biologici garantiti per l’assenza di contaminazioni chimiche (+3 per cento) rispetto allo scorso anno. 

GLI ITALIANI BOCCIANO LE MANIPOLAZIONI GENETICHE NEL PIATTO
•          Il 86 % non è d’accordo sul fatto che i prodotti ogm sono più salutari dei tradizionali;
•          Il 78 % non è d’accordo sul fatto che contengono più elementi nutritivi degli altri;
•          Il 74 % di quelli che esprimono una opinione è convinto che non fanno bene alla salute.

LE ABITUDINI DI CONSUMO ALIMENTARE DEGLI ITALIANI (*)
•          Prodotti a denominazione di origine controllata e protetta  77%  (+2 %)
•         Cibi biologici;                                                                              71% (+3%)
•          Alimenti garantiti come OGM free                                           60% (+2%)
•          Prodotti del commercio equo e solidale                                 44% (-2 %)
•         Arricchiti con  nutrienti                                                                41% (+3 %)
(*) acquistati regolarmente o talvolta

Consumi e informazione - Sono la televisione e i giornali ad avere la maggiore responsabilità nel divulgare informazioni sugli alimenti in vendita. L’indagine 2006 sottolinea come più della metà degli italiani (53 per cento) si informa attraverso le trasmissioni televisive, mentre il 28 per cento attraverso gli articoli sui giornali. Dal lato opposto, ancora poco diffusa è la frequentazione di siti specializzati su internet (5 per cento).
Il crescente spazio che i mezzi di informazione dedicano all’informazione sui cibi è giudicato positivamente dagli italiani che attribuiscono un elevato grado di credibilità alle trasmissioni televisive (83 per cento), a quelle radiofoniche (86 per cento) ed anche agli articoli sui giornali (85 per cento), nettamente superiore alla pubblicità che raggiunge appena il 53 per cento. Il ruolo acquisito dai mezzi di comunicazione nell’informazione agroalimentare li responsabilizza soprattutto nei momenti in cui si verificano emergenze alimentari, sempre piu’ frequenti a seguito dell’intensificarsi degli scambi commerciali favoriti dalla globalizzazione.
“Un impegno che riguarda anche gli operatori economici come le imprese agricole che devono parlare il linguaggio della trasparenza per favorire la diffusione della conoscenza in un settore determinate per la salute dei cittadini e la difesa dell’ambiente”, ha affermato il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni.

LE FONTI DI INFORMAZIONI SUI CIBI PER GLI ITALIANI
Trasmissioni TV                               53 %
Articoli sui giornali                           28 %
Pubblicità                                          23 %
Riviste specializzate                        8 %
Trasmissioni radio                           8 %
Internet                                              5 %
Altro                                                   2 %