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newsletter n°2 del 23 gennaio 2007


Settimana dal 23 al 29 gennaio 2007  
 ORTOFRUTTA; PRESENTATA LA PROPOSTA DI RIFORMA OCM.
COLDIRETTI: PRONTI A TRATTATIVA SU BUONA BASE NEGOZIALE
“Su una buona base negoziale siamo pronti alla trattativa con l’obiettivo di garantire la centralità dell’impresa e la coerenza con le riforme già realizzate nel rispetto del principio del disaccoppiamento”. E’ quanto ha affermato la Coldiretti in occasione della presentazione ufficiale da parte del commissario Ue all'Agricoltura e sviluppo rurale Mariann Fischer Boel del progetto di riforma dell’organizzazione comune di mercato (OCM) dell’ortofrutta.
Occorre garantire a tutti gli imprenditori agricoli l’accesso alle misure previste dalla riforma e assicurare - ha sottolineato la Coldiretti - una armonizzazione europea ed una coerenza con la politica di sviluppo rurale attraverso il trasferimento degli interventi del fondo di esercizio nell’ambito dei piani regionali. L’impegno per rilanciare i consumi deve essere accompagnato da una maggiore trasparenza dell’informazione estendendo anche ad i prodotti trasformati come i derivati del pomodoro l’obbligo di etichettatura dell’origine previsto per gli ortofrutticoli freschi, come peraltro richiesto dal parlamento europeo.
Nel presentare la proposta la commissaria europea  all'agricoltura, Mariann Fischer Boel ha riconosciuto la specificita' di un settore che ha anche un legame diretto con la salute quindi con la qualita'  della vita dei cittadini europei. Per questo, la Commissaria ritiene ''che bisogna incoraggiare i consumi. ''Si mangia troppo poca frutta e verdura - dice - solo i greci e gli italiani sono i primi della classe in quanto ne consumano ogni giorno piu' di 400 grammi che  rappresenta il quantitativo consigliato dall'Organizzazione mondiale per la sanita'. Il livello peggiore nell'Ue e' una  media giornaliera pari a 200-250''.
''L'Ue - ha spiegato la commissaria - potrebbe coprire tutte le spese  dei ritiri di ortofrutticoli da distribuire gratuitamente alle scuole, ai campi di vacanza e a varie istituzioni per un periodo di 6 anni e per un ammontare di 48 milioni di euro. Bruxelles propone anche di finanziare al 60% programmi di promozione  specifici per i bambini con altri 36 milioni di euro, sempre per un periodo di 6 anni''.
Sul fronte produttivo invece, Fischer Boel vuole che il settore diventi ''piu' competitivo'', ma che si ''riducano anche  i problemi di reddito causato da crisi consecutive'', tenendo anche conto ''delle problematiche ambientali'' e senza  dimenticare le sfide all'Organizzazione mondiale per il commercio (Wto) e i limiti di bilancio.
Pietra angolare della riforma e' il ruolo delle organizzazioni dei produttori e la necessita' di rendere  l'affiliazione alle organizzazioni piu' allettante in quanto permette agli agricoltori di rafforzare la loro posizione sui mercati. Le organizzazioni operano mediante fondi operativi che  l'Ue finanzia nella misura del 50%. Ma il cambiamento piu' radicale - ha spiegato la commissaria - e' la proposta di estendere all'ortofrutta il meccanismo del disaccoppiamento dell'aiuto Ue dalla produzione e quindi  l'introduzione dei produttori del settore nel meccanismo europeo del pagamento unico per azienda, lasciando pero' gli stati  membri liberi di decidere se, come, a chi e in quale misura distribuire i diritti di essere ammissibili agli aiuti Ue.
Da uno studio della Coldiretti emerge che l’Italia è leader nella produzione di frutta e verdura nell’Unione Europea allargata a 27 Paesi con un raccolto di quasi 30 miliardi di chili (25% del totale comunitario) coltivato su circa 1,3 milioni di ettari di terreno. L’ortofrutta che assorbe ben il 16 per cento della spesa alimentare degli italiani per un valore di 80 euro al mese per famiglia è una componente fondamentale della dieta mediterranea che - ha sottolineato la Coldiretti - contribuisce a garantire agli italiani il record della longevità a livello europeo grazie al consumo di prodotti freschi o trasformati da agrumi e pomodoro. E tra i settori maggiormente interessati alla riforma c’è proprio la conserva di pomodoro (concentrati, passate, polpe, pelati, sughi, etc.) che contribuisce all’immagine positiva del Made in Italy all’estero e interessa 185 industrie di trasformazione, 60mila ettari coltivati, 7mila imprenditori agricoli che producono un quantitativo di 44 milioni di quintali.
Il valore delle esportazioni di ortofrutta è stimato in 3 miliardi di Euro ma anche se la bilancia commerciale è positiva l’Italia è un grande paese importatore di ortofrutta, per una quantità stimabile nel 2006 pari a 3,4 miliardi di chili. Considerati gli scambi con l’estero, dall’analisi della Coldiretti emerge che facendo acquisti in Italia c’è una probabilità su dieci di consumare frutta e verdura di origine non nazionale. Dall'uva del Sudafrica alle pesche greche, agli agrumi spagnoli fino alle pere argentine sono alcuni esempi di prodotti che si trovano facilmente sui banchi di vendita, ma rilevanti sono anche le importazioni di patate dall’Egitto o di aglio dalla Cina.
A causa delle irregolarità spesso presenti nell’etichettature la frutta e verdura proveniente dall’estero è destinata in molti casi - ha denunciato la Coldiretti - ad essere spacciata come Made in Italy nonostante l'entrata in vigore di norme che prevedono multe salate se non viene esposta l’indicazione dell'origine, della qualità e delle varietà. Un mancanza di trasparenza che impedisce di fare scelte consapevoli e di capire quali prodotti sono di stagione nel nostro Paese e quale è quindi il momento migliore per acquistare le ciliegie o le pesche, che non sono prodotte in Italia dodici mesi all'anno. 
 

 PAC: COLDIRETTI A GOVERNO, RISPETTARE IMPEGNI SU PAGAMENTI
''Abbiamo la possibilita' entro la  prima decade di febbraio di riprendere i pagamenti della domanda unica sospesa, poiche' sono stati reperiti i fondi''. Lo ha detto il presidente dell'Agea, l'agenzia per le erogazioni in agricoltura, Domenico Oriani, lanciando un messaggio  tranquillizzante al mondo agricolo.
La sollecitazione a dare seguito agli impegni assunti con le imprese agricole italiane era arrivata, nei giorni scorsi, dalla Coldiretti in una lettera ai ministri dell'Economia e delle  politiche agricole in cui si chiedeva ''di mantenere efficiente ed efficace il sistema dell'erogazione delle risorse comunitarie nel nostro Paese'' (ANSA).
Nella lettera inviata ai Ministri dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa  e delle Politiche Agricole Paolo De Castro si afferma che “è necessario assolvere immediatamente agli impegni assunti con la totalità delle imprese agricole del nostro Paese per gli interventi di politica agricola comunitaria (Pac)”.
L’Italia - sottolinea la Coldiretti nella lettera - si è data, ormai da diversi anni, un sistema di gestione degli interventi di politica agricola comunitaria (Pac) che, sia nell’erogazione che nei controlli, è diventato un modello anche a livello europeo, con i tempi di trasferimento delle risorse alle imprese che hanno sempre visto il loro termine entro l’anno solare di riferimento (31 dicembre). Questa regolarità ha consolidato negli anni una precisa programmazione da parte delle imprese per affrontare le scadenze debitorie poiché gli interventi comunitari sono diventati con la riforma comunitaria componenti indispensabili del reddito delle imprese.  Il venir meno di queste certezze sta provocando gravi difficoltà su tutto il territorio nazionale.
Ad aggravare la situazione  la coincidenza nel 2006 dell’avvio della riforma dell’olio d’oliva con l’introduzione di interventi diretti, con moltissimi produttori interessati. In merito ai ritardi che si stanno verificando per l’anno 2006 ci è stato comunicato ufficialmente, da parte dell’Agenzia delle erogazioni in agricoltura (AGEA), che tutto ciò è da imputarsi a mancate anticipazioni, da parte del ministero dell’economia, dei finanziamenti necessari.
La necessità di evitare derive populiste e strumentalizzazioni, rende indispensabile - conclude la Coldiretti - un immediato intervento che permetta ad AGEA e agli organismi pagatori regionali di assolvere gli impegni assunti con la totalità delle imprese agricole del nostro Paese.  

 CREDITI AGRICOLI: BENE L'OK DEL CDA DELL'INPS. ORA GARANZIE ALLE IMPRESE 
Il positivo via libera del Consiglio di Amministrazione dell’Inps deve tradursi al piu’ presto, nel rispetto degli impegni assunti, in precise garanzie per le imprese e per i lavoratori autonomi che chiedono chiarezza nei tempi e nelle modalità e soprattutto l’immediata sospensione degli atti esecutivi da parte delle società concessionarie. E’ quanto ha affermato la Coldiretti in riferimento al parere favorevole dell’Inps all'operazione di cessione dei crediti agricoli.