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newsletter n° 11 del 24 aprile 2006


Settimane dall'11 al 24 aprile 2006
 
 PAOLO BEDONI ELETTO VICEPRESIDENTE DEGLI AGRICOLTORI EUROPEI
Il Presidente della Coldiretti Paolo Bedoni è stato eletto Vicepresidente del Copa, l’organizzazione degli imprenditori agricoli europei che raggruppa le associazioni dei 25 Paesi dell’Unione in rappresentanza di 15 milioni di persone impegnate nell’agricoltura comunitaria. La nomina di Paolo Bedoni al quale è stata affidata la responsabilità per l’ambiente e la sicurezza alimentare è avvenuta all’unanimità su proposta dell’intera delegazione italiana.
Erano quasi dieci anni che non veniva conferito ad un rappresentante italiano un incarico nella presidenza dell’importante organismo comunitario. Si tratta di un riconoscimento per il ruolo propositivo dell’agricoltura nazionale che  esprime primati dal punto di vista quantitativo, qualitativo ed ambientale. “E' più che mai necessario porre il cittadino-consumatore al centro dell'attenzione del sistema dell' impresa agricola”, ha affermato il presidente della Coldiretti al momento dell’elezione nel sottolineare che “è infatti sviluppando tutti gli elementi legati alla sicurezza alimentare e ad un ambiente sostenibile che può nascere un nuovo ruolo  dell'agricoltura europea''.
Per Bedoni è quindi più che mai importante avanzare su due  fronti. ''Da un lato - ha spiegato - applicare al più presto la riforma della politica agricola comune del 2003, per poterne apprezzare e dimostrare tutti i vantaggi. Dall'altro, rafforzare il rapporto tra l'agricoltura e i cittadino-consumatore nell'interesse dell'economia generale''.
''E' attraverso questo nuovo approccio - ha concluso Bedoni - che troviamo tutte le  motivazioni per fare ricerca, innovazione e nuovi investimenti in agricoltura, in linea con l'impegno dell'Europa per  realizzare gli obiettivi di Lisbona'', cioè per far crescere l'economia e creare nuovi posti di lavoro.  
 

 AVIARIA: COLDIRETTI, BENE SOSTEGNO UE MA OCCORRE RECUPERARE I RITARDI
Il Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura dell’Unione europea ha dato via libera lunedì 24 aprile agli aiuti per le aziende colpite dal crollo delle vendite del settore avicolo per i casi di influenza aviaria registrati in Europa. I Ministri hanno approvato la proposta della Commissione europea per il cofinanziamento delle misure di sostegno del mercato nel settore delle uova e del pollame mediante fondi del bilancio dell’Ue.
La Coldiretti ha giudicato positivo l’intervento comunitario di sostegno del mercato, ma ha evidenziato la necessità di recuperare il ritardo e fare in fretta per trasferire alle imprese le misure, varate a livello europeo e nazionale, necessarie per superare una crisi che è già costata quasi 800 milioni di euro e la perdita di trentamila posti di lavoro.
L'attuale crisi di mercato ha rilevanti effetti di natura economica e sociale ed occorre intervenire con grande responsabilità e tempestività prima che sia troppo tardi, per salvare una componente importante del Made in Italy alimentare che garantisce reddito ed occupazione migliaia di famiglie. Una necessità – ha precisato la Coldiretti - per evitare il tracollo del settore nel quale operano 6000 allevamenti, 173 macelli, 517 imprese di prima e seconda lavorazione che danno complessivamente lavoro a 180mila addetti, per un fatturato complessivo di 3,5 miliardi di euro.
Occorre sostenere i deboli segnali di ripresa che si stanno verificando sul mercato con una aumento dell’19,6 percento nelle esportazioni di pollo Made in Italy nel mondo nel primo mese del 2006 ed una leggera inversione di tendenza dei consumi che tuttavia a causa di un ingiustificato effetto psicosi restano inferiori di quasi al 30 per cento a quelli dello scorso anno.
  

 "LA NATURA HA BUON GUSTO”: AL SECONDO ANNO L’INIZIATIVA COLDIRETTI-LIPU 
L’agricoltura rispettosa dell’ambiente, della salute dell’uomo e di numerose specie di uccelli selvatici è tornata martedì 25 aprile in 25 tra Oasi e Centri gestiti dalla LIPU e in numerosi agriturismi della Coldiretti, dove si è tenuto l’evento “La Natura ha Buon Gusto” giunto quest’anno alla sua seconda edizione.
Dalla capacità di valorizzare la leadership nazionale nella salvaguardia dell’ambiente e nella buona alimentazione dipendono molte delle opportunità di sviluppo del turismo Made in Italy che può contare – hanno sottolineano Coldiretti e Lipu - su 772 parchi e aree protette che coprono il 10 per cento del territorio nazionale, 4.100 prodotti tradizionali regionali, 155 specialità a denominazione di origine e indicazione geografica protetta (Dop/Igp) e oltre 400 vini Docg, Doc e Igt che possono essere gustati e acquistati nei quindicimila agriturismi presenti su tutto il territorio nazionale che offrono anche 140mila posti letto.
Lo stesso ultimo rapporto sullo stato dell’ambiente del ministero evidenza che “nel panorama della crisi che attualmente investe in Italia le varie forme turistiche (balneare, montano, ecc.), il turismo nei parchi rappresenta una nota positiva con un incremento delle presenze nel periodo 2001-2004 pari all’1,4%, a fronte di una diminuzione del 5,4% a livello nazionale”. E un tasso di crescita del 10% si stima per l’ospitalità nelle aziende agricole anche grazie alla serie fortunata di ponti primaverili che favorisce una forte ripresa negli arrivi nonché dell’apertura di nuove strutture dedicate agli appassionati della vacanza in campagna.
Una crescita molto elevata si registra per il birdwatching anche in abbinamento con l’agriturismo grazie alla possibilità di osservare la rondine amante delle vecchie stalle e legata ad allevamenti bovini tradizionali, il falco cuculo e l'averla cenerina che trovano nei prati e nella presenza di siepi naturali un habitat ideale, il re di quaglie che cerca i prati alpini da sfalcio dove nasce il formaggio di malga e le nitticore e le garzette che vivono in colonia nelle risaie della pianura padano-veneta.
Nonostante attualmente solo alcune migliaia di birdwatcher sono riconosciuti nel nostro Paese, il mercato potenziale è di due milioni di persone con gli appassionati che aumentano ad un tasso di circa il 10-12% all'anno e che sono rappresentati da una fascia di praticanti composta da persone in età tra i 35 e i 55 anni. Una stima prudenziale tenuto conto dell'esempio di altri Stati europei come l'Inghilterra, dove i praticanti sono oltre due milioni e mezzo, pari al 6% della popolazione.
 

 FIORI E PIANTE: FORTE AUMENTO DELLA SPESA DEGLI ITALIANI NEL 2006 
Nel 2006 si è registrato un aumento record del 9% nella spesa degli italiani per fiori e piante. E’ quanto ha segnalato la Coldiretti, in occasione dell’apertura di Euroflora a Genova, sulla base dell’indagine Ismea-Ac Nielsen relativa ai primi due mesi dell’anno che evidenzia una netta crescita rispetto al 2005 quando, complessivamente, nell’intero anno sono stati acquistati fiori e piante per un valore complessivo di 2,3 miliardi di Euro, dei quali circa 1,3 per i fiori recisi ed un miliardo per le piante.
Se quasi la metà degli italiani (45%) non ha rinunciato all’acquisto durante l’anno di fiori o piante da regalare agli altri o per abbellire la propria abitazione, in Italia i principali acquirenti sono donne, casalinghe, lavoratori dipendenti o pensionati con residenza nel Nord Italia e in particolare nel Nord Ovest. Ma mentre gli acquirenti settentrionali, come anche quelli del centro Italia, preferiscono di gran lunga le piante in vaso, nel meridione si comperano più facilmente fiori recisi.
Nonostante siano considerati un bene non essenziale, gli italiani non ci rinunciano anche se si trovano in difficoltà economiche e quasi un terzo degli acquirenti di fiori o piante dichiara di avere un reddito basso. La maggioranza assoluta (54%) di chi acquista fiori o piante ha una età superiore ai 45 anni mentre i giovani con età compresa tra i 18 e i 24 anni sono appena il 10 per cento.
A differenza di altri settori come l’alimentare, il negozio di fiori rimane il luogo privilegiato per gli acquisti (44,2%) seguito dai garden centre o dai vivai (20,2%) e dai chioschi attrezzati (14,8%), mentre solo il 7,2% degli acquisti avviene nei super o negli ipermercati.
Il florovivaismo è però anche un settore strategico dell’economia italiana per l’elevato grado di innovazione, per il notevole numero di giovani imprenditori e di donne presenti, per la capacità di creare e assorbire occupazione, per il notevole indotto che genera in termini di fattori di produzione, dalle serre ai macchinari.
Nell’ambito di Euroflora nella sala verde del centro congressi della fiera di Genova, la Coldiretti organizza il 27 aprile un convegno sul tema: “Profumo d’impresa: donne e floricoltura”.
In base ai risultati dell’ultimo censimento dell’agricoltura in Italia - prosegue la Coldiretti - risultano attive 33.181 aziende florovivaistiche per una superficie coltivata di 38.541 ettari; il 48% di queste aziende si dedicano alla floricoltura, il 43% al vivaismo e solo il 9% a entrambe le attività, mentre i fiori più coltivati in Italia sono nell’ordine i garofani, le rose, i crisantemi, le gerbere e gli anemoni. E fiori e piante sono anche uno dei settori del Made in Italy in cui il saldo del commercio estero è risultato attivo nel 2005 per un valore di 53,4 milioni di Euro anche se si è verificato un aumento delle importazioni dell’1,7 per cento, che riguardano per quasi i tre quarti arrivi dai Paesi Bassi, ma anche numerosi Paesi extracomunitari come Tailandia, Brasile e Perù.
Anche per questo al fine di consentire ai consumatori di riconoscere la produzione italiana la Coldiretti ha proposto l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine dei fiori e delle piante, attraverso la definizione del “coltivato in Italia” e la realizzazione di un marchio etico-ambientale per piante e fiori.