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newsletter n°1 del 9 gennaio 2007


Settimana dal 9 al 15 gennaio 2007  
 MADE IN ITALY: RICORSO AL TAR PER FERMARE IL VINO ALLA SEGATURA
 
E’ stata presentato al Tribunale Amministrativo del Lazio (Tar) il ricorso per fermare l’uso di segatura di legno per l’invecchiamento artificiale dei vini Made in Italy dopo che il Decreto del Ministero delle Politiche agricole, Alimentari e forestali del 2 novembre 2006 lo ha di fatto autorizzato per il 70 per cento della produzione italiana, escludendo solamente i vini a denominazione di origine (DOC/DOCG), che rappresentano meno di un terzo del mercato. Lo rende noto la Coldiretti che ha preso l’iniziativa insieme a Città del Vino, Federconsumatori, Codacons, Adusbef, Adoc, Slow-food Italia, Legambiente e alcuni produttori titolari del riconoscimento di denominazioni di origine controllata. L’obiettivo del ricorso - sottolinea la Coldiretti - è quello di tutelare le produzioni agroalimentari nazionali di qualità, che costituiscono un patrimonio irrinunciabile per il nostro paese, ed i consumatori che verrebbero a trovarsi di fronte ad un prodotto artificiale, considerando anche i danni che i cosiddetti trucioli potrebbero comportare alla salute. L’utilizzazione dei cosiddetti trucioli per invecchiare il vino aggravata dalla mancanza di una informazione trasparente - continua la Coldiretti - inganna i consumatori e danneggia i produttori che si impegnano nel mantenimento di tecniche tradizionali, quali la maturazione dei vini in botti di legno. L’ Italia che ora rappresenta circa il 25 per cento delle esportazioni mondiali e ha conquistato negli Usa il primato delle vendite, deve scegliere senza indugio - precisa la Coldiretti - la strada della qualità e della trasparenza senza cedere alle tentazioni di una concorrenza fondata sulla bassa qualità che non valorizza le potenzialità del territorio nazionale. Una necessità per non compromettere il successo fatto registrare dal vino Made in Italy che nel 2006 ha realizzato un boom dell’ 6,4 per cento nel valore delle esportazioni e - precisa la Coldiretti - un successo rilevante negli Stati Uniti (+ 5,7 per cento) e nei nuovi Paesi emergenti come India (+60,5 per cento) e Cina (+141,7 per cento), secondo le elaborazioni su dati Istat relativi ai primi dieci mesi. I risultati commerciali del 2006 con una vendemmia buona e su quantità contenute attorno ai 50 milioni di ettolitri dimostrano - afferma la Coldiretti - la presenza di nuove e rilevanti opportunità di crescita del vino Made in Italy che nello scorso anno ha raggiunto un fatturato record di 9 miliardi di euro, 3 dei quali attraverso l’export anche grazie alle garanzie sul divieto dell’utilizzo dei trucioli. Tra i motivi del ricorso si evidenziano una incompetenza ministeriale in quanto il provvedimento ministeriale doveva essere preceduto dal parere delle Regioni e del Comitato Nazionale per la Tutela e Valorizzazione delle Denominazioni di Origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini, ma anche - conclude la Coldiretti - una violazione del giusto procedimento e un eccesso di potere, ovvero  le diverse categorie interessate (consumatori, imprese agricole ecc.) non sono state consultate.
 
 UE: SVILUPPO RURALE; COLDIRETTI, REGIONI COLGANO OPPORTUNITA’ PIANO

Le Regioni devono cogliere l’opportunità di valorizzare gli importanti aspetti innovativi contenuti nel piano per l’ammodernamento delle imprese agricole che, nella nuova veste multifunzionale, assumono sempre più un ruolo centrale nella crescita e nello sviluppo del territorio rurale. E’ quanto afferma la Coldiretti con riferimento al via libera della Commissione europea al Piano strategico nazionale (Psn) per lo sviluppo rurale attraverso cui saranno messi a disposizione fino al 2013 oltre 16,6 miliardi di euro di finanziamenti pubblici, da utilizzare per attuare una politica di incentivazione della competitività del settore. La tendenza di molte Regioni - sottolinea la Coldiretti - sembra essere quella di proporsi come dispensatrici di contributi a pioggia, mentre per il sistema agroalimentare nazionale è vitale che si imbocchi senza indugi la strada della massima qualificazione della spesa, sopratutto in vista della scadenza del 2013. L’incentivazione di forme di imprese agricole singole o associate e di filiere agro-alimentari partecipate da imprese agricole, che valorizzino i prodotti del territorio anche con processi di tracciabilità e indicazione dell’origine del prodotto agricolo rappresenta una priorità da valorizzare, come pure - conclude la Coldiretti - lo sviluppo di forme innovative di imprese in particolare nel campo delle agroenergie e delle bioplastiche vegetali a totalità o maggioranza agricola.
 

 CLIMA: COLDIRETTI, CALDO CONFONDE PIANTE CHE FIORISCONO FUORI STAGIONE  
Il caldo record confonde la vegetazione con uno sfasamento stagionale nelle campagne dove sono già comparse con mesi di anticipo le fioriture primaverili di primule, mimose, albicocchi, susini e mandorli, con il rischio di danni alle coltivazioni che sono impreparate all'arrivo del freddo. E' quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare gli effetti sulla natura del mese di dicembre piu’ caldo in Italia dal 1860, secondo le rilevazioni dell’Università di Modena. Un evento estremo che - sottolinea la Coldiretti - chiude un 2006 che è stato nel complesso  il terzo piu' caldo mai registrato dalla stazione meteorologica di Modena e addirittura il piu’ caldo della storia negli Stati Uniti. Un anno che - sostiene la Coldiretti - tra siccità, caldo e maltempo ha causato danni all’agricoltura italiana, stimabili in oltre un miliardo di euro, che rischiano di ripetersi anche nel 2007. Dalla Liguria con le mimose e le ginestre sono già fiorite alle Marche dove nella Valdaso e lungo la Riviera delle Palme i fiori stanno per sbocciare su albicocchi e peschi fino alla Sicilia dove sono in fiore i mandorli dell’agrigentino, la natura sembra infatti impazzita lungo tutto lo stivale. E’ chiaro - precisa la Coldiretti - che i fiori che sbocciano adesso sono destinati, con l’inevitabile abbassamento delle temperature, a cadere e a non produrre frutti con la  riduzione del potenziale produttivo delle piante in primavera e raccolti ridotti. Per le mimose e gli altri fiori come la ginestra il rischio - precisa la Coldiretti - è che la fioritura anticipata le renda indisponibili per le ricorrenze tradizionali di San Valentino e della Festa della donna dell'otto marzo. Ma anche le piante come albicocchi, susini e mandorli - continua la Coldiretti - si trovano in una fase di crescita che è tipica della primavera e si stanno predisponendo alla circolazione della linfa e la recrudescenza del freddo potrebbe colpirle nel momento più critico con danni ingentissimi. Nella pianura padana il grano è già alto 15 – 20 centimetri , una situazione raggiunta con almeno un mese di anticipo che lo rende particolarmente vulnerabile ad un probabile abbassamento della temperatura. Una situazione critica aggravata - continua la Coldiretti - soprattutto al nord dalla prolungata mancanza di acqua che impedisce ai terreni il ripristino delle riserve idriche indispensabili per i prossimi mesi quando le colture avranno bisogno di irrigazione. Gli effetti osservati sono l'espressione - sottolinea la Coldiretti - di cambiamenti climatici strutturali che in Italia si manifestano con un aumento dell'intensità delle precipitazioni, sfasamenti stagionali con autunno caldo e primavera anticipata, aumento del numero di giorni consecutivi con punte di caldo eccessivo, modificazione della distribuzione delle piogge e aumento delle temperature estive. Si tratta di una evoluzione destinata a produrre conseguenze strutturali sull'attività agricola poiché gli effetti - precisa la Coldiretti - si fanno sentire con un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture, la riduzione della riserva idrica, l'aumento dell'erosione in zone collinari ed alluvioni in pianura, anticipo di germogliamento per le piante coltivate, maggiore rischio per gelate tardive, aumento dell'incidenza di infezioni fungine e dello sviluppo di insetti, stress idrico delle piante. Si tratta di processi - conclude la Coldiretti - che rappresentano una nuova sfida per l'impresa agricola che deve interpretare il cambiamento e i suoi effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.